venerdì 26 febbraio 2016

Associazione Proprietà Castelli, Palazzi e Ville d'Italia.


 
L’Italia è considerato il paese con il più importante patrimonio architettonico e artistico del mondo. Ma spesso poco sfruttato e non adeguatamente sviluppato come fonte di reddito, e conseguentemente, anche come forma di investimento profittevole. Per questi motivi è nata Assocastelli, Associazione della Proprietà di Castelli, Palazzi e Ville d’Italia. La nuova realtà, che si pone come una influente lobby, rappresenta soprattutto una iniziativa che intende sostenere operativamente la creazione e la gestione di una innovativa piattaforma multimediale (i progetti si chiamano Guest Book e Regal Shop) alla quale verrà affidata la gestione delle attività commerciali e ricettive che vengono svolte nelle strutture associate ma anche nei territori dove queste sono situate. Assocastelli collaborerà in perfetta sintonia con l’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) ed il suo presidente nazionale Moroello Diaz della Vittoria, le istituzioni pubbliche (locali, nazionali ed europee) ed anche con i rappresentanti delle attività produttive del territorio, in particolare con coloro che si occupano di agricoltura, enogastronomia ed artigianato, con grande attenzione alla riconosciuta qualità e potenzialità del made in Italy. Promotore della nuova iniziativa è ASPESI (Associazione Nazionale delle Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare guidata dall’avvocato milanese Federico Filippo Oriana. Presidente di Assocastelli è stato nominato Ivan Drogo Inglese, manager di importanti società nonchè presidente dell’Istituto Pontificio Benedetto XV (proprietario di immobili a Genova e a Roma) e infine anche alla guida della Commissione Finanza di Aspesi. Ad affiancarlo il Vice Presidente conte Alessandro Calvi di Bergolo (la famiglia è proprietaria del Castello di Piovera); nel Consiglio Direttivo siedono, tra gli altri, il marchese Giacomo Cattaneo Adorno (proprietario del castello di Gabiano), Aldo Cichero (noto designer di yacht di lusso e proprietario del castello di Morsasco), Ruggeromassimo Jannuzzelli (proprietario del castello di Montesegale e dell’azienda Moto Morini), il nobile walser Roberto Jonghi Lavarini (anche in rappresentanza della associazione culturale Aristocrazia Europea), Giuseppe Lupis Rogges (imprenditore nel settore sanitario) e Benedetto Della Chiesa Migliorati che sarà il responsabile delle relazioni con le istituzioni e la stampa. Assocastelli ha già un centinaio di associati in tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia, dei quali, circa il 70% appartiene a storiche famiglie della nobiltà italiana, fra questi anche noti esponenti degli ordini cavallereschi giovannita, costantiniano e mauriziano.
 
 
Le nuove leve dell'aristocrazia terriera partono lancia in resta. Un centinaio di nobili e ricchi borghesi si è unito in un'associazione per rilanciare economicamente le rispettive proprietà immobiliari: i tempi sono duri per tutti e non si possono manutenere facilmente castelli e edifici storici. Per questo è nata a Milano Assocastelli dall'iniziativa delle nuove generazioni del bel mondo: l'età media degli aderenti, che possono contare su testimonial europei d'eccezione come l'Arciduca d'Austria Carlo d'Asburgo e il Granduca di Russia George Romanof, è di 45 anni. E in gran parte provengono dal Nord Ovest italiano, Piemonte e Lombardia in testa, proprio le stesse zone dove il Conte di Cavour e l'aristocrazia illuminata ottocentesca importarono dall'Inghilterra il modello del proprietario terriero imprenditore. Una figura opposta per valori a quella del nobile nella concezione spagnola, dove l'ideale era una persona il più distaccata possibile dalle cose materiali come la gestione dei propri fondi. E sull'esempio dell'artefice dell'Unità italiana anche i cento di Assocastelli, che ha tra i suoi fondatori i baroni Ivan Drogo Inglese e Roberto Jonghi Lavarini e l'avvocato Federico Filippo Oriana, vogliono «creare un sistema virtuoso e sinergico di accoglienza turistica, organizzazione di eventi pubblici e privati, e valorizzazione de territorio, della enogastronomia e dell'artigianato locale, attraverso una serie di iniziative sociali ed il lancio di una nuova piattaforma internet, con particolare attenzione alla possibile clientela americana, russa e cinese». Diventare cioè il motore economico per molte comunità. In alcuni casi si tratterà di potenziare quanto già iniziato: il Marchese Giacomo Cattaneo Adorno Giustiniani di Gabiano è proprietario dell'omonimo castello e produce vino, così come per il castello di Piovera del Conte Alessandro Calvi di Bergolo e Rocca Saporiti. O come per il barone Giulio Cesare Ferrari Ardicini, la cui famiglia è proprietaria di storici palazzi in Lombardia e Piemonte oltre che della tenuta agricola Colle Alberti nel Chianti. La nuova unione è nata tra gli aderenti dell'Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare (Aspesi) e circa il 70% dei soci appartiene a famiglie della aristocrazia storica, anche se vista l'età media parliamo delle nuove generazioni. Un gruppo che non ha finalità politiche, ma imprenditoriali e che punterà su alcuni mantra di oggi come la qualità del made in Italy. E che potrebbe rappresentare una leva economica per molte zone depresse della penisola visto che i timidi segnali di ripresa si avvertono soprattutto nelle grandi città e nei pochi centri industriali rimasti. Dallo stesso clima innescato dall'aristocrazia imprenditoriale ottocentesca scaturirono le energie per grandi opere come il canale Cavour: con i suoi 83 chilometri è una delle più vaste opere di ingegneria idraulica in Italia e ha permesso lo sviluppo delle zone agricole di Vercelli e Novara. E, oltre che essere fondamentale tutt'oggi per l'economia del territorio, all'epoca fu costruito in tempi record: approvato dal Parlamento nel 1862, fu completato del 1866. Tre anni per un'opera di quasi cento chilometri e che attraversava diverse Amministrazioni e strade. Confrontarlo con qualsiasi cantiere statale odierno sarebbe impietoso. E comunque questi cento aderenti sono solo l'inizio: i fondatori non vogliono fermarsi qui, ma ampliare gradualmente i soci anche oltre i confini nazionali. Per questo i testimonial come Carlo d'Asburgo e George Romanoff sono più che un semplice volto. E sembra che saranno coinvolti anche i principi italiani Emanuele Filiberto di Savoia e Carlo di Borbone delle Due Sicilie. L'obiettivo finale è un network internazionale di attività in tutto il continente: «Si tratta di riprendere alcune buone tradizioni del feudalesimo - spiega il barone Jonghi Lavarini - come il contatto con il territorio». Si torna indietro, per andare avanti.
 
 
 

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